TESTAMENTO QUOTIDIANO
Ricominciare
non mi piace
e quando sento
l’incombenza della fine
rimango fermo
a mormorare nel silenzio
le mie ultime volontà:
“Da qui in avanti,
un passo indietro.”
PORTICI D’ARRIVO
Perché non corri?
La meta è laggiù
e una volta raggiunta
potrai lasciarti alle spalle
questa loggia di volte
in cui hai detto a te stesso:
“Ce la posso fare!”
Prima forse era un azzardo,
un bisogno di slanciarsi
per vedere dove andava
il tracciato di piastrelle,
che se è stato costruito
un motivo ci sarà.
Ora invece sembra assurdo,
ma vien voglia di fermarsi,
congelare le impressioni
e portare a passi lenti
una domanda sulla soglia:
“Dove voglio andare?”
IN BIANCO
Un mozzicone di matita
si spegne tra le mie dita.
La notte consuma il sonno
come gomma sulla grafite,
a cancellare ciò che sapevo,
vanificare i miei pochi sforzi
di avere detto ciò che serviva,
prima che il sole mi rinfacciasse
d’esser rimasto lo stesso foglio
al suo risveglio di grandi speranze.
LE REAZIONI CHE (NON) MI CONVENGONO
Detenuto a parole,
nei fatti (non) mi trattengo;
osservato di sottecchi,
a viso aperto (non) mi espongo;
omaggiato dagli insulti,
benefici (non) apprezzo;
coccolato dal silenzio,
molti suoni (non) carezzo;
sfavorito nel percorso,
sul mio podio (non) gioisco;
accusato di finzioni,
la realtà (non) sopperisco;
destinato a inizio certo,
conclusione (non) ricerco;
calpestato sul soffitto,
le mie basi (non) conservo.
Qualcuno mi chiede
a che cosa rinuncio.
Rispondo che agli altri
io nego me stesso.
TESTIMONE DI PERCORSI INCERTI
Provo repulsione verso ciò che mi risucchia
presto o troppo tardi
il presente mi rosicchia:
chiave d’apertura sconosciuta alla mia sosta,
serro gli spiragli d’imprudenza alla tempesta.
Mente alacremente in moto,
arresa a proiezioni,
non importa se poi vere:
l’uomo dorme d’illusioni.
Conto i passi indietro nell’ebbrezza del progresso,
so che chi lusinga si trastulla nell’eccesso.
Perdo le scommesse non trovando prospettive,
nutro le certezze di chi assorbe aspettative.
Vuoto nuove tasche alla ricerca del difetto
nuovo o forse vecchio
per cui vivo senzatetto.
MANOVRE DI NAUFRAGHI DIMENTICATI
Raccogliere consigli
da memorie di conchiglie
e affidarsi a girovaghi
messaggi in bottiglia.
Intagliare ricordi
su cortecce di sabbia
e rileggere storie
tra formiche in subbuglio.
Germogliare pretesti
per svegliarsi di notte
e cullare le stelle
sulle spoglie di un sogno.
Bisbigliare peccati
sopra nidi di uccelli
e impagliare il perdono
nell’imbroglio dei giorni.
CASI D’INCURIA
Querulo fiore sbocciato d’inverno,
Natura fu madre sbadata e impaziente;
trottola rotta che ruota in eterno,
tra sogno e realtà non discerne la lente.
Muto compasso ha smarrito il suo perno,
bisbetica carta fu sorda e esigente;
pignatta rigonfia ma vuota all’interno,
colpita per scherzo rilascia il suo niente.
Divina Commedia a cui manca l’Inferno,
condanne e dannati son canti al presente;
rimedio di un tempo che sfida il moderno,
non cura l’assenza di un corpo apparente.
DECLINAZIONE DI UNA SCONFITTA IPOTETICA
Impegno che vanifica.
Speranza che mortifica.
Preghiera che sacrifica.
Bestemmia che pontifica.
Giudizio che certifica.
Giustizia che giustifica.
Stefano Di Ubaldo
Foto di: Vanessa Biava
Poesie estratte da: Da qui in avanti, un passo indietro; Alétheia Editore (2017).
Belle, complimenti! In particolare ho apprezzato “Portici d’arrivo”.
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Ti ringrazio Cocò! Tra l’altro ho scritto “Portici d’arrivo” su invito della fotografia che accompagna queste mie poesie
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